QUANDO SI SCATENA IL PIACERE DEL TÈ Come di fronte a ogni passione, la ragione non serve. Bisogna prendere atto che il tè si presta al delirio o, meno pessimisticamente, all'entusiasmo dell'adepto. Facendo un paragone con il computer, il tè è una sorta di sistema operativo in grado di sopportare qualsiasi programma, popolare e al contempo raffinato, esclusivo e alla portata di tutti. Qualcosa tipo Windows, per intenderci. Il tè è insomma una base universale, e universalmente apprezzata, da cui partire trovare la propria formula personale, l'espressione della quintessenza individuale in un'epoca in cui ciascuno vive nella "performance" di se stesso. Ci sono tè di tutti i tipi. Ma sempre tè, con buona pace di tutti, rimangono. Un caso estremo di tè disposto a compiere le più improbabili torsioni per soddisfare tutti i palati è il tè al caffè. Esiste. Se ne trova di diverse marche. Il tè al caffè è un paradosso e un miracolo a poco prezzo. Rappresenta qualcosa che assimila il proprio diretto "concorrente" simbolico (il caffè, appunto) fagocitandolo. Il tè è una pausa di riflessione, un allontanamento minimo dal quotidiano; il caffè è un additivo, un potenziamento vitalistico; il tè è calmo e riflessivo, orientale; il caffè simboleggia l'Occidente e la sua smania di consumo, nella versione "brodo" americana o in quella concentrata, nostrana. Il tè al caffè, insomma, è la suprema sintesi, è tutto (detto tra parentesi, il tè al caffè, fa schifo, l'ho provato: non sa né di tè né di caffè, è un pastrocchio, è il parallelo gastronomico di quelle che in politica si definivano "le divergenze parallele"). Insomma, abbandonando questo caso limite, il tè esprime sempre, con la propria potenzialità di mutazione, con il suo trasformismo gustativo, una profonda e inconscia istanza democratica: quella di riconoscersi tutti nella stessa cosa, anche se per ciascuno "quella cosa" è diversa. "Prendere il tè" vuoi dire partecipare a un rito che chiunque può personalizzare, accorgendosi o meno di fare parte così di una tradizione che muta con i tempi ma attraversa, senza entrare in crisi, i secoli. Sono passati millenni da quando il tè era conosciuto solo in Cina e si pensava fosse una sostanza magica in grado di influenzare i sogni e modificare la vita delle persone, ma il suo misterioso valore evocativo rimane intatto. Evocativo di cosa non si sa. Come la plastica, si adatta a tutto. Come i nostri tempi, continua a mutare.
Aldo Nove |