“Dialogo dall'oltretomba” – dalla Smemoranda 2003

Dialogo dall'oltretomba

Dialogo nell'oltretomba
"Dicono che si ritorna come dei bambini..."
"In che senso?"
"Dopo morti, si ritorna come bambini",
"Cioè?".
"Che ci passano tutte le menate che con gli anni uno si fa venire in mente dopo che è nato, e poi a quello ci crede, e le menate gli cambiano la vita, gliela fanno diventare uguale a quello che pensa lui..."
"Boh... ma tu quando sei morto?"
"Trentacinque anni fa. Tumore. E tu?"
"Cinque ore fa, più o meno..."
"Ah, sei proprio nuovo dell'oltretomba. È per questo allora che hai tutte le idee confuse, mi dici "boh", "mah". Anzi, non è che hai le idee confuse, ne hai ancora troppe, di idee..."
"Mah. lo qui mi sento diverso. Sono spiazzato. Non mi aspettavo che fosse tutto uguale a prima".
"Non è tutto uguale a prima".
"A parte che sono morto, mi sembra tutto uguale..."
"Vedrai, vedrai. Dai tempo al tempo. Qua ce n'è, tempo. E con il tempo le cose cambieranno anche per te, come per tutti, qua. Ti aspettavi di vedere gli zombie. i fantasmi, gli angeli? Gli angeli ci sono, ma qua non si vedono. Sono a un altro livello. Qua è diverso.Tanto per cominciare non si usa il cellulare. Comunichiamo direttamente con il pensiero. Questa è già una i differenza. Delle differenze comunque ci sono, ci sono".
"Vorrei vedere, siamo morti... No, dico, quello che mi stupisce è che prima di morire hai questa cosa della morte, un incubo è, chissà cos'è, pensi, hai paura che ti succeda, fai le corna quando passa l'ambulanza, fai le assicurazioni sulla vita, leggi i giornali e vedi che ogni giorno muore un sacco di gente e sai che deve succedere anche a te…"
"E infatti anche a te ti è successo…"
"Brutta storia…"
"Me la racconti?"
"Eh, io stavo bene, stavo benissimo, La mia vita era felice, come uomo, speravo di non morire mai e a dire la verità non c'era nessun motivo per cui dovessi pensare alla morte, quando sono morto. Avevo trentaquattro anni, Sposato da due mesi con una donna deliziosa. Sai l'amore perfetto, quello grande? Proprio quello lì. Un giorno dei miei amici hanno invitato me e mia moglie a passare qualche giorno nella loro casa di montagna. a Monte Marcello, nel Nord Italia perché io da vivo ero italiano e noi eravamo lì in Liguria, vicino a La Spezia, tra la Toscana e la Liguria. Noi quattro e la loro figlia di quattordici anni. Il posto era bellissimo, in montagna, a pochi chilometri dal mare…E poi… Lì su questo Monte Marcello… lì…"
"Lì cosa?"
"Eh, appunto, siamo andati lì, abbiamo fatto un giro in barca perché il mio amico aveva la barca, aveva la patente nautica, siamo andati fino a Porto Venere a fare il bagno…"
"E sei annegato.
"Macché, siamo stati benissimo… Tutto bello… Abbiamo fatto il bagno e poi con la macchina siamo andati lì vicino, in un paese che si chiama Colonnata, dove fanno del lardo buonissimo…"
"Il lardo di Colonnata…"
"Appunto, è famoso in tutto il mondo e anche nell'oltretomba. Comunque, abbiamo mangiato questo lardo di Colonnata con gli sgabei, che sono dei cosi fritti che fanno lì, tipo delle focacce ma non proprio delle focacce, non so se li hai mai mangiati…"
"Com'è che si chiamano?"
"Sgabei, lì nelle Cinque Terre questi sgabei li mangiano anche con il gorgonzola, con il salame oppure dolce, con la nutella…"
"Tipo le crêpes."
"Tipo, ma fatti a calzone…"
"Vai avanti con la storia di come sei morto.. ."
"Sì, dopo che abbiamo mangiato gli sgabei siamo andati a casa e abbiamo chiacchierato, abbiamo riso perché lì vicino a dove eravamo c'è un centro commerciale che si chiama Gerardo e che vende un sacco di cose assurde a due, cinque e diecimila lire, cose come dei giocattoli anni Settanta che nessuno capisce più cosa sono, e sono lì in vendita e tutti comprano perché costano poco!"
"Sì, ma non divagare, racconta come sei morto…"
"Te lo sto dicendo, ti faccio il quadretto, mo ci arrivo, prima fammi parlare un po' di questo centro commerciale qui. Una cosa assurda. Questo Gerardo ha tappezzato tutte le strade con la sua faccia e la scritta 'Gerardo Centro Commerciale'. E sui sacchetti del suo centro commerciale c'è la sua faccia, sullo scontrino pure. Anche sui prezzi della merce c'è la sua faccia",
"Interessante, E poi?"
"Dopo che abbiamo riso un'oretta su questa cosa di Gerardo siamo andati a dormire. Qua è successo il casino. lo e mia moglie avevamo la camera da letto al primo piano. I nostri amici non ho capito dove, eravamo stanchi per il viaggio. Siamo andati a dormire e io verso non so, saranno state le quattro del mattino, mi sono alzato per fare pipì…"
"Sì…"
"Eh, ho fatto pipì, normale, poi sono uscito dal bagno e ho fatto per tornare in camera a dormire. Lì era tutto buio. Non ho trovato l'interruttore e allora è successo il casino che sono morto."
"Cioè?"
"Cioè che mi ha preso l'ansia del buio: c'erano anche le scale, nel corridoio, potevo cadere, c'erano dei cosi africani appuntiti…"
"Cosa?"
"Delle statuette di quelle africane, dei guerrieri con la lancia…"
"Ah…"
"lo mi muovevo nel vuoto così fino a che non ho trovato la maniglia, ho aperto quella maniglia e sono entrato dentro la stanza, ho tirato un sospiro di sollievo, ero nella camera da letto, sono avanzato nel buio piano piano e ho sentito che c'era il letto, era tutto a posto e invece…"
"E invece?"
"E invece lì è incominciata la mia morte perché quèllo non era il letto dove prima di alzarmi a fare la pipì stavo dormendo con mia moglie, quello era il letto dove c'era la figlia quattordicenne dei miei amici che a un certo punto si è svegliata ha iniziato a gridare e ha preso dal comodino tutta la raccolta sua dei voluminosi libri di Harry Potter e ha iniziato a tirarmeli addosso, io sono caduto a terra e in un lampo si è accesa la luce sono arrivati i miei amici i suoi genitori che mi hanno riempito di calci in faccia in testa e poi mia moglie, anche lei..."
"E poi?"
"Gridavano tutti 'Schifoso pedofilo'".
"E poi?"
"E poi sono morto..."
"Sti cazzi..."
"Una storia di merda..."
"Un po' pulp..."
Una storia di merda...

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