recensione di Puerto Plata Market, Aldo Nove
Aldo Nove si cimenta nel primo romanzo: ossessivo, maniacale, intenso. Saltando
tra i ricordi e le vicende attuali, intersecando sensazioni e memorie comuni
a una generazione (quella dei trentenni) con vicende e sogni del tutto personali,
narra una storia comune e eccezionale al contempo.
Il testo è un "minestrone" formato da tantissimi ingredienti, spesso
non amalgamati, volutamente incompatibili. Salti improvvisi nella narrazione
riportano a descrizioni iniziate in precedenza e poi, saltando ancora, a momenti
di tutt'altro spessore o di altra intensità. Con una predominanza del tema
della sessualità, nei suoi aspetti più crudi, più feroci, nettamente pornografici,
tratteggia un personaggio senza ideali, senza etica, senza prospettive, ossessionato
e ossessionante. Un personaggio, Michele, che fugge dall'Italia, che scappa
da questa realtà occidentale e mercificata (e da Marina, che lo ha tradito),
per sbarcare in una Santo Domingo altrettanto consumistica e innaturale.
Ma in fondo Michele conosce solo questo tipo di realtà e non sarebbe in grado
di affrontarne un'altra. Punto di riferimento tranquillizzante, utero protettivo
della sua nuova dimensione caraibica è infatti il Supermarket Silverio Messon,
dove, a parte le merendine del Mulino Bianco, puoi trovare di tutto, in un fantasmagorico
spettacolo di consumismo. E, quando, trovata una nuova ragazza, tornerà in Italia,
Michele cercherà un altro rassicurante ventre materno-commerciale: l'Ikea,
dove in futuro porterà i propri figli a giocare nel recinto delle palline.
Un romanzo che, sin dalla sua uscita, ha diviso la critica in due fazioni piuttosto
distinte, proprio sul piano poetico. Se da un lato infatti Paolo Mauri su La
Repubblica (17 gennaio 1998) sottolinea come "La lingua, ordinata per
frasi elementari, disaggregata o deragliata nell'umile sintassi, restituisce
in pieno la coloritura lessicale lombarda nella linea d'una tradizione letteraria
di lunga lena che rimonta a Folengo ma tocca anche stazioni a noi molto più
vicine, nel genere dei parlanti di Jannacci, di certo Fo o del primo Renato
Pozzetto", Filippo La Porta su Musica ribatte: "abbiamo l'impressione
che la stessa ossessività da un certo punto non funziona più proprio sul piano
poetico: diventa una nuova convenzione, tende a banalizzarsi [...] forse all'ossessività
occorrerebbe dare altri sfoghi immaginativi, mescolarla ad altri umori e suggestioni".
La sperimentazione di nuove strade e nuovi linguaggi comporta rischi e può
aprire maggiormente le porte alla critica e al dibattito. Ma questo non è certo
un fatto negativo.
Puerto Plata Market di Aldo Nove
208 pag., Lit. 14.000 – Edizioni Einaudi (Einaudi Tascabili. Stile Libero
n. 486)
ISBN 88-06-14211-9