OTTONIERI, TOMMASO, L'Album crèmisi, Empirìa, 2000

Anche in L'Album crèmisi, costituito da 23 "pezzi facili" di narrativa, scritti per la radio o per riviste o per festival musicali a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, Tommaso Ottonieri mette in scena il mondo della merce, che coinvolge tutto il contesto della comunicazione e della percezione contemporanea. Se la tradizione marxista parla di reificazione, di un atteggiamento passivo del soggetto nei confronti dell'oggetto-merce, qui avviene il contrario: si dà forma a un corpo, a un linguaggio, a un'esperienza mentale e carnale in cui la cosa ci divora mentre noi, attivamente, la divoriamo. Tutto il mondo "supermercatale" tende a un vortice plasmatico per cui la materia (corpo, lingua, oggetto) si decompone, si fa liquida, diventa Crema acida (Lupetti e Manni, 1997), come nel romanzo successivo a questi 23 pezzi facili. Non a caso Plastica della lingua (Bollati Boringhieri, 2000) è il titolo che Ottonieri ha dato a un suo saggio sulla letteratura recente, perchè questo è quel che gli interessa: il punto di innesto, di metamorfosi, per cui le cose e i corpi non esistono come separati ma si plasmano a vicenda. L'oggetto merce non è più qualcosa che si possa usare manipolare utilizzare comprare vendere, è qualcosa che fa parte delle viscere del sangue della carne, dell'esperienza spaziale e temporale. Plastica è perciò la straordinaria lingua di Ottonieri: plasma la merce e ne è plasmata. In Le cose sono serene c'è una mammina che conduce il figlio al supermercato tra i grana la nutella i pentoloni le banane "... ed io bevevo il tuo buon latte...". La mammina finisce per essere il supermercato che viene bevuto e da cui ci si fa bere "come se fossimo noi il liquido vivente". In Washing machine l'io narrante, intrappolato in un rullo di lavatrice, diventa la lavatrice, diventa quel vortice dal fondo del quale chiama l'amore perduto: "Quando cerco di fissare nella mente qualcosa del mio amore, allora io non vedo nient'altro che un vortice. Questo vortice. Inox, nel chiuso. Fangoso. Muggito". Questa scrittura plasmatica fa rivivere l'io-cosa in una placenta Inox, come l'action painter tirava fuori dalle vernici industriali la forma della tela, la sua "anima".

M. Castaldi
su L'Indice dei libri del mese, n.07, 2000.

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