Asimmetrie del due. Di alcuni motivi scapigliati
di Tommaso Pomilio
Manni pagine 192, euro 15,00

Scapigliatura, verme e farfalla d’avanguardia

Son luce ed ombra; angelica / farfalla o verme « immondo, / sono un caduto chèrubo / dannato a errar sul mondo, / o un demone che sale, / affaticando l'aie, / verso un lontano ciel». È la prima strofa di Dualismo di Arrigo Boito, una poesia che è un vero e proprio «manifesto» È proprio sul motivo del «doppio», sintesi delle contraddizioni di un'età storica e di un movimento letterario, che si incentrano i tre bei saggi contenuti nel volume 'Asimmetrie del due. Di alcuni motivi scapigliati di Tommaso Pomilio (l'autore, ricercatore in letteratura italiana all'Università di Roma La Sapienza, è noto anche con lo pseudonimo di Tommaso Ottonieri come talento creati- vo dei più vivaci, dalla poesia alla narrativa). Il suo libro si propone di indagare quel pensiero dualistico che si impose da subito come un nodo topico all'interno del laboratorio della Milano scapigliata. Un pensiero tutto fitto di «rescindenti simmetrismi», ove - scrive Pomilio - «un'opposività antiborghese, drammaticamente conclamata, appare bloccarsi, a monte, nella lotta senza termine fra irresolubili disgiunzioni (che sono, poi; altrettante personificazioni di un io interno/estraneo al proprio corpo sociale), in quella che è da considerare forse la prima, larvale, e non meno decisiva forma, in cui si presenta, da noi, una dialettica dell'avanguardia, considerata dal suo "fronte interiore"».
Non è un caso che la Scapigliatura, letta da Pomilio, appunto, come esperienza «d'avanguardia», nasca e viva a Milano, la città più moderna ed europea del Paese, dopo il 1860 in pieno sviluppo capitalistico. Uno spazio urbano su cui si appunta l'indagine di diverse pagine di questo libro, poiché il luogo viene intuito come un elemento non secondario né semplicemente di sfondo. Una città «in squilibrata espansione» che diventa l'ambiente, quando non il tema principale, di molte opere degli scapigliati, che il volume di Pomilio ci invita a rileggere, offrendoci suggestive ipotesi ermeneutiche.

di Roberto Carnero
su L’Unità di giovedì 30 gennaio 2003.

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