Un'Onda che Danza
  

è una linea di sangue
che guida; oppure,
oppure è la pancia - dico -
che insedia questa voglia pazza
di vita:
cinetica che sale
su, cioè insi-
nua si ad angue, fango, tipo
tribolante che mica si langue ti tange no non ti si tanga, non c'è sangue, saltando, nella giga, sulla figa, salendo, dalla pancia, sulla faccia, salendo, dalla faccia, sulla rancida rancida terra che avanza mo che sperma si lancia dalla tribù che avanza sulla plancia di lancio, suicida!!! è una linea di sangue, dunque, che porta, di porta in porta, cioè striscia da sotto la porta - linea splenetica risplende - stri- sciata dalle anche - dalle anche e nella riga - dico - di quello che pulsa arde compulsa (seme fiammante) che insidia dal tuo sangue: nel mio sangue nel tuo sangue: dalla spiga nella spiga: d'un impulso - una linea di febbre, questa, che sale, rivoltando di te il sangue, di dentro, sangue - sangue in piena dalla riga - di dentro una linea che mica ti mente, debordando dalla porta di te il sangue - questa linea che porta che sorta da te che spalanca altri mondi declina che spazia fino all'ultimo raggio, se raggio si stacca, I gotcha, più gravido del peggio, ah-ah, da quest'onda che avanza da quest'orda che danza:

Vertigo-Tango (Tango Ti Sento)

sai per sai per sai per che' mi piaci e' per i ventiquattro e quattro mila baci che t'ho dati flautati acuminati da plastica o da stoffa soffocati cioe' dico in carne ed ossa, sulla fossa che piu' non ti daro' giaci giaci giaci sull'asfalto il sangue ancora caldo m'estingue sul tuo corpo (vertigo!!) e a picco dal tuo corpo traggo il colpo piu' sordo che piu' non ti daro' giu' per giu' per giu' per questa strada sterrata inerpicata scialbata mai palpata, dolorosa del mio orrore tremore e bugie meravigliose, vedro' quel gatto nero che volevo e non tenevo e che da te non ho cosi' che poi aspettando e tanto cosi' tanto e pure con tormento fatale quel dondon delle sirene del tormento, che adesso viene qua, adesso viene, mo proprio che son stanco, che mi svengo, io ti sento-o ti sento

da Elegia sanremese, Bompiani, 1998.

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