intervista a
Raul Montanari
dalla raccolta di Tommaso Labranca R.I.O - Rare Interviste Originali, scaricabile a questo indirizzo
Tommaso Labranca: Cos’è Covers?
Covers è una raccolta di testi che a lungo è stata recitata da Nove, Scarpa,
Montanari in giro per l’Italia.
Raul Montanari: Come quasi tutti sanno, nel rock una cover è un
pezzo di un cantante o di un gruppo riproposto da un altro
cantante o gruppo. "Satisfaction" dei Rolling Stones rifatta a un
ritmo isterico dai Devo, per esempio, è una cover [e come
dimenticare la cover di "Satisfaction" fatta da Raffaella Carrà
nell'album "Scatola a sopresa" che sfociava poi in un mix con
"Romagna mia"? n.d.L.]; oppure l'incredibile versione live di un
vero inno degli anni '60, "Light My Fire" dei Doors, tradito e
massacrato felicemente dai Massive Attack in Protection.
Normalmente in una cover il testo e la melodia rimangono
invariati, mentre a cambiare sono l'arrangiamento, il ritmo, i colori
timbrici. Dato che Tiziano Scarpa, Aldo Nove e io non siamo
musicisti ma scrittori, abbiamo preso una quarantina di canzoni
inglesi, francesi e tedesche dell'ultimo trentennio (e oltre) e
abbiamo lavorato solo sulle parole, generando dei testi poetici che
non hanno più niente dell'originale. Sono testi autonomi, nati a
volte semplicemente dalla suggestione del titolo della canzone,
altre volte dalla sua atmosfera, o da quei pezzetti di cantato che ci
ronzano nella testa, quelle parole che sfuggono dalle maglie della
melodia e si capiscono, spesso confusamente, in una canzone
non italiana. Direi anzi che è proprio per questo che non abbiamo
usato canzoni italiane. Nella performance ci alterniamo: uno va al
microfono e interpreta il suo testo, gli altri due smanettano sul
mixer e sul lettore cd mettendo sotto, come base, proprio la
canzone originale nella sua interezza, e regolando i volumi. Il
risultato è davvero sorprendente.
Tommaso Labranca: Chi ha avuto l'idea?
Raul Montanari: E' stato un caso rarissimo di suggestione
telepatica. A tre, per di più. Uno ha detto una parola, uno un'altra,
il terzo ha aperto un nuovo file di Word, e nel giro di poche ore il
progetto era pronto… e anche i primi testi.
Tommaso Labranca: Quali pezzi avete scelto?
Raul Montanari: Mi viene più facile dire quali gruppi: abbiamo
spaziato dal rock progressivo al punk, al dark, al pop da hit
parade. Quindi Pink Floyd, Genesis, Bauhaus, Aqua, Police,
Massive Attack, Lou Reed, David Bowie, Talking Heads,
Einstuerzende Neubauten, Air, gruppi techno di cui non ricordo il
nome, Nirvana, Suicide, Morcheeba, Bjork, Tuxedomoon, Cure,
ecc. Menzione speciale per un trio di fuori quota come Armstrong
& Fitzgerald, Billie Holiday e Charles Trenet, che fra l'altro credo
sia il cantante preferito del futuro presidente del consiglio dei
ministri [uno dei suoi preferiti. La canzone che ama di più e canta
spesso è "Mon île" di Henri Salvador n.d.L.]; . Supermenzione per
il nostro gruppo di culto: i Kraftwerk. Non solo ciascuno di noi tre
ha fatto una cover dei Kraftwerk, ma il libro è dedicato a Ralf
Hutter e Florian Schneider.
Tommaso Labranca: La scaletta è fissa o mobile?
Raul Montanari: Ci sono 2-3 pezzi a testa ormai di una tale
affidabilità che difficilmente rinunciamo a farli. Siccome di solito ne
performiamo 5 ciascuno, ne rimangono altrettanti per la cui scelta
ci lasciamo ispirare dalle facce del pubblico, dal luogo, dal
momento. Dalla voglia di fare esperimenti.
Tommaso Labranca: Dove vi esibite?
Raul Montanari: Covers è uno spettacolo molto semplice dal punto
di vista tecnico: al limite basterebbe un radioregistratore con
lettore cd incorporato, più la voce. Perciò è possibile farlo
dappertutto e l'abbiamo fatto dappertutto. Metterei ai due estremi il
Teatro Sociale di Brescia, un teatro d'opera con 700 posti gremiti
in cui le prime covers hanno visto la luce quasi un anno fa, fra
incidenti di ogni genere, e la biblioteca civica di Lovere, dove
effettivamente avevamo solo un radioregistratore. La performance
è venuta bene in tutti e due i casi.
Tommaso Labranca: Quali sono le reazioni del pubblico?
Raul Montanari: Con rarissime eccezioni, è entusiastica e molto
gratificante per noi. La combinazione fra poesia e musica, che qui
viene proposta non usando la musica come semplice colonna
sonora ma in un rapporto molto intimo e "necessario" con i testi,
crea un impasto emozionale davvero unico. Non a caso siamo
molto provati, alla fine della performance. Aggiungerei che Covers
non è uno spettacolo "per giovani": abbiamo avuto spettatori di
ogni età.
Tommaso Labranca: E quali sono state le reazioni dei santoni
letterari?
Raul Montanari: Aspettiamo che esca il libro e ci sarà da ridere. I
titolari delle rubriche letterarie che si occupano di recensire libri di
poesia stanno già arrotando le mannaie.
Tommaso Labranca: Il libro come sarà?
Raul Montanari: Questo è il punto. All'Einaudi hanno preso la cosa
estremamente sul serio; invece di puntare su un'operazione pop
hanno giudicato i testi autonomamente validi, al di là di questo loro
originario rapporto con la musica, e stanno per pubblicarli nella
famosa collana "bianca" di poesia, che è un po' come dire nel
salotto buono della poesia italiana e non. Quindi i testi saranno
giudicati per quello che sono. D'altronde nelle Scritture si dice che
per le nostre parole saremo giudicati… non per le nostre musiche.
Il libro si chiamerà "Nelle galassie oggi come oggi", un distico di
Aldo Nove tratto da una delle cover. Uno zoom micidiale che ci ha
fatto impazzire.