Joy Division
Decades

di Raul Montanari
da Montanari, Nove, Scarpa, Nelle galassie oggi come oggi. Covers Einaudi


Poi, quando verrà anche la tua ora
e quando ci sarà da contrattare
ti toglieranno il mondo a poco a poco:

Il cielo, le montagne? Be’, ecco, questi
non si potrebbero lasciare dove stanno?
Esagero, lo so, si fa per dire,
non vi irritate. Fate voi, allora!
Il mare non saprei, mi sembra troppo.
Mi basta un lago, dico per davvero:
un po’ di piante intorno, di respiro…
Se non si può non è che sia un problema.
Città o campagna non fa differenza,
ma no, va bene pure un sottoscala,
monolocale, doppia esposizione
o singola, d’accordo… centro storico?
Magari di ringhiera?… è una battuta!
In culo al mondo, come si suol dire.
In culo al mondo ma nel mondo, ancora.

Qualche ragazza, si potrà vedere?
No. Qualche amico da parlarci insieme?
Neanche. Un po’ di musica? Sapeste
le ore che passavo sul mio letto
ad ascoltare al buio, i pomeriggi
a quindici anni, ma anche dopo… Già,
saprete tutto, il mio dossier sta lì.
E quindi niente musica? Macché.
Non dico dei cd, una C-90
con le canzoni del Festivalbar!
Be’, una non basta, non potremmo fare…
Non se ne parla. Un quadro a una parete?
Un poster coi cavalli? Un crocifisso
un po’ sfizioso, un Cimabue, magari?
Neanche quello. Neanche il crocifisso.
Nemmeno la parete? Ah, andiamo bene.

A questo punto immagino che i libri…
ma quali libri? Oh, non ne parliamo!
Però i fumetti… la mia collezione
con gli Alan Ford di Magnus? Paperino?
Capitan Miki, Lucky Luke, Zagor?
I marveliani, l’Uomo Ragno, Devil?
Il grande Blek? No. Le parole, almeno,
non me le toglierete! Non scherziamo,
non sto dicendo Dante… no, mia madre,
la portinaia, la pubblicità,
le chiacchiere sentite sulla metro,
Rutelli, quella donna che piangeva,
quell’altra che rideva, mia sorella
che mi svegliava, una barzelletta
sporca, un film dei Vanzina, no, non Kubrick,
non Orson Wells… la fiction di Raidue,
la portinaia – l’ho già detta – il gatto,
il colibrì, la vita non il mondo, non mi vorrete togliere i canguri?
Il TG5, la porta blindata,
la mountain bike? L’asfalto quando piove?
Toglietemi la vita, non il mondo,
lasciatemi nel mondo dopo morto,
io non lo so in che modo si può fare
ma un modo ci sarà, non posso perdere
la carbonara, i mondiali di atletica,
e tutti i miei diari, lo sapete
quanto ci ho messo a scriverli? La luce.

Il paradiso? Dài, lasciamo stare,
non chiedo tanto. Cosa ci farei?
L’inferno? No. Ma non per il dolore:
troppo colore, troppe… troppe idee
e troppo sentimento. Ecco, mi spiego?
Un purgatorio ma ancora più squallido,
più buio, arredamento tipo Ikea,
forse anche peggio, brutta gente intorno,
urla lontane, il water fuori uso…
Nemmeno il purgatorio. Non si può.

Oh, in tema di colori, almeno quelli…
Il rosso non mi azzardo. L’arancione?
Il giallo? Quelli freddi, il verde, il blu,
l’indaco che non so neanche com’è…?
Ho già capito: solo due nuance
di grigio? Il nero? Dico, almeno il nero?

Facciamo finta che abbiamo giocato.
Secondo me voi siete prevenuti
per le richieste smisurate che vi han fatto
quei deficienti che sono già morti,
e adesso state sulla difensiva,
sapete, vi capisco, ma vi giuro
che io sono diverso, mi accontento.
Vi lascio l’orizzonte, la bellezza,
gli atolli del Pacifico, le urì.
A me basta una sedia: son seduto!
Magari anche uno specchio: sono io!
A me basta una voce: sto parlando.
Nemmeno questo? Proprio non si può?

Le sigarette sì? Ma io non fumo!
Be’, okay, come non detto. Proverò.
Ah, era uno scherzo. Divertente, sì.

Lasciatemi il mio nome. La memoria.
Gli incubi, almeno. Le false speranze.
Vi prego, questo lo potete fare.
No, non darò disturbo, non farò
lo spettro, il matto, l’esibizionista.
Se mi lasciate solo un angolo di mondo
mi metto lì. Non mi vede nessuno.
Mi guardo intorno, penso a tante cose.
E conto gli anni, i secoli, i millenni,
mi cullo in una noia senza fine.
E non giudicherò, non vi dovrete
preoccupare di me, io non farò
confronti col passato. Starò buono.
Parlerò un po’ da solo come fanno
i vecchi. Ma non mi farò sentire.
Mi dimenticherete, prima o poi,
state tranquilli, voi mi scorderete
perduto nel mio piccolo cantuccio,
perduto, come non fossi mai stato.

 

 

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