da - “Sei tu l’assassino” - di Raul Montanari


Lo sguardo che cammina

1. Alba

Quella mattina Alessandro Allievi uscì dai propri sogni di colpo, con un sussulto e un gemito soffocato.
Allungò la mano verso la massa grigia del comodino. Riusciva appena a vederlo, nella penombra. Afferrò la sveglia elettronica e illuminò il quadrante: le sei in punto.
Con un sospiro, si lasciò ricadere supino. Mancava un'ora e mezza al momento di alzarsi per andare al lavoro, e il danno era fatto; adesso riaddormentarsi sarebbe stato difficile, forse anche inutile. Già, tanto valeva andare a farsi un caffè. La giornata cominciava male.
Sua moglie mugolò e cambiò posizione voltandosi verso la finestra - prima doveva averla disturbata, muovendosi. Prese un profondo respiro e gemette nel sonno:
"No... gli occhi no, non..."
Gli occhi. I suoi occhi? Stupito, Alessandro rimase in ascolto, trattenendo il fiato senza accorgesene, ma lei non disse più nulla.
Allora girò piano la testa e la spiò. Chissà cosa stava sognando? Le lenzuola in disordine, tirate e ammonticchiate, marcavano l'avvallamento della vita facendo risaltare il rilievo della spalla e del fianco, e visto così il corpo della donna somigliava alla sagoma disegnata sul segnale stradale che annuncia una serie di saliscendi. Per un attimo rammentò quella sensazione piacevolmente angosciosa, quando l'automobile si tuffa verso il basso mentre il corpo sembra partire per la tangente e volare via, senza più peso.
Gli venne voglia di seguire con la mano il contorno di quelle curve. Fece per toccarla, ma qualcosa glielo impedì, e l'inizio del sorriso invisibile che gli si era dipinto in faccia sfumò nel buio. La sera prima avevano avuto una discussione violenta... Non era stato un sogno, quello.

1997, Marcos y Marcos

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