recensioni raccolta racconti:
Un bacio al mondo Raul
Montanari
Un bacio al mondo di Raul Montanari
Pag. 204, Lire 24.000 - Edizioni Rizzoli (L'iguana)
ISBN 88-17-66982-2
RAUL MONTANARI
Un bacio al mondo
Rizzoli, pp. 205, lire 24.000
Il sentimento di resa derivante dalla lettura di un libro di Montanari, nasce non solo dalla logica del noir - una logica di rassegnazione e di dolore, un lungo tunnel privo di quella luce che qualcuno racconta di vedere in lontananza - ma anche da una questione di sfondo. Arriviamo in un posto in cui qualcosa, un qualcosa che non ha ancora nome né volto, è già accaduta senza preavviso, senza segni di nessun tipo, se non quelli che rimangono, come le cicatrici sul volto del protagonista del romanzo (e ben presto film) La perfezione.
Un bacio al mondo ci rivela invece un Montanari in qualche modo diverso, un Montanari che lascia per un attimo il caos di cui si ciba il mondo noir e, senza per questo dimenticare tensioni e serial-killer, costruisce architetture di struggente attesa sul filo veloce e mai monotono di 14 racconti brevi, figli di ben 18 anni di scrittura. Una discesa sistematica nell'abisso delle proprie oscurità, compagni di viaggio un orrore infinito almeno quanto la dolcezza della sconfitta. Fra un torturatore la cui unica passione mai provata è rivolta al colore azzurro, ragni innamorati uccisi a morsi nel buio e un Dio rubato da una donna che ha saputo ascoltarne la risata sommessa, vedono la luce i vari "Azzurro" e "Aracnologia" iegli anni, insieme ai più recenti "Terra di nessuno" e "I mostri", nonché il micro-romanzo "Gli stranieri". È qui, nell'intreccio delle multi-trame a cui Raul ci ha abituati nel tempo, che si affaccia un timido e discreto personaggio reale a cui il racconto è dedicato. Ma non è solo Aldo Nove l'unico collega scrittore ad essere apertamente citato: in calce vediamo qua e là i nomi di Scarpa e Doninelli, quest'ultimo proprio in apertura al racconto che dà titolo alla raccolta. Un racconto dai toni forti e dal linguaggio agile come una stilettata, una stilettata precisa e diretta in anticipo da un incipit scarno solo in fatto di riserve: "L'acqua continua a salire" e non importa dove, come e quando. Siamo in una stanza, in una cantina, in un luogo fuori dal mondo? Non ha nessun senso stabilirlo. C'è questa porta che non si apre e manca poco, ormai, basti osservare il livello dell'acqua che non accenna ad arrestare l'ascesa lungo i corpi dei protagonisti, clessidre di carne candidate dal tempo a marcare il proprio incedere. Per dirla con Tiziano Scarpa - che introduce - "Non sei mai stato più inghiottito di così".
Gianluca Mercadante sul bimestrale Pulp n.16 dicembre '98.