Tutto il giorno alle corse dei cavalli e tutta la notte alla macchina da scrivere (You Get So Alone at Times That It Just Makes Sense) di Charles Bukowski, ed. minimum fax, Roma, 1999.

Traduzione di Tiziano Scarpa


Questo non è un libro, è un'arma contundente. Lo voglio sbattere in testa a chi continua a dire che la letteratura è una faccenduola da falliti, masturbatori, pensionati. Eccolo qui uno splendido pensionato. A sessantacinque anni Bukowski era più che mai innamorato della poesia, si metteva alla macchina da scrivere cavalcando un toro infuriato, ringraziava gli dei per essere stato rosolato tutta la vita dall'incendio delle parole. Caro, vecchio, decrepito Charles. Gli chiedono di continuare a scrivere di sbronze e di puttane alla sua maniera, à la Bukowski e lui invece ti sforna un fascio di poesie straripanti di lettrici svenevoli, editor scassapalle, poetini laureati grandi musicisti e grandissimi scrittori morti o moribondi. Si mette in scena di fronte a questa incomprensibile fama di esistere che va sotto il nome di arte. Dimostra che si possono tirar fuori dei capolavori scrivendo versi ignorantissimi. Sa sfoderare insospettate tenerezze domestiche. Scrivendo vive molto di più, vive in quantità enormi. Questo non è vitalismo, è semplicemente vita. Chi l'ha detto che prima si vive e poi si scrive? Venga qui, mi porga la testolina di marzapane che gliela sbernoccolo con lo spigolo della rilegatura.
Dall’introduzione di Tiziano Scarpa alla raccolta di poesie.

NON SONO UN MISOGINO

sempre più spesso
mi arrivano lettere da
giovani signore:
"diciannove anni, ben fatta,
mestieri vari.,
quello che scrivi mi eccita
sono una brava casalinga
e segretaria e
non ti starei mai fra i
piedi
e
ti manderei una foto ma è una cosa
talmente volgare..."

"ne ho 21
alta e attraente
ho letto i tuoi libri
lavoro da un
avvocato e se per caso passi di qua
per favore chiamami..."

"ci siamo visti
dopo la tua lettura pubblica
al Troubadour
abbiamo passato la notte insieme
ti ricordi?
ho sposato quello
che quando hai telefonato e
ti ha risposto lui
mi avevi detto che parlava con una
voce cattiva
adesso abbiamo divorziato
ho una figlia piccola
due anni
non lavoro più
nel giro della musica ma
mi manca molto
mi piacerebbe vederti
un'altra volta..."

"ho letto tutti i tuoi libri
ho 23 anni
non troppo seno
ma le gambe sono
fantastiche
e anche solo due parole tue
sarebbero
una gran cosa per me..."

ragazze
per favore andate
a dare il corpo e la vita
agli uomini giovani
che se le meritano

per di più
non esiste che
io dia il benvenuto
all'inferno
insopportabile
imbecille
insensato
che mi portereste in casa

e
vi auguro
buona fortuna
fuori
e dentro
il letto
ma non nel mio
tante grazie.


COTTA

c'è fuoco nelle dita e c'è fuoco nelle scarpe e c'è
fuoco nell'attraversare una stanza
c'è fuoco negli occhi del gatto e c'è fuoco nelle palle
del gatto
e l'orologio da polso striscia come un serpente dietro il comò
e il frigo contiene 9000 sogni congelati che scottano
e intanto che ascolto le sinfonie di compositori morti
vengo corroso da una tristezza felice
c'è fuoco nei muri
e lumache in giardino vogliono solamente amare
e c'è fuoco nell'erba sanguinella
stiamo bruciando bruciando bruciando
c'è fuoco in un bicchiere d'acqua
i sepolcri dell'India sorridono come lottatori sconfitti
le parchegglatrici piangono solitarie sotto la pioggia
all'una di notte
c'è fuoco nelle crepe del marciapiedi
e
e per tutta la notte intanto che bevevo e battevo a
macchina queste
undici dodici poesie
è saltata la luce andava e veniva
fuori c'è un vento scatenato
e dì tanto in tanto
sono rimasto seduto qui al buio
la macchina da scrivere elettrica (ah ah) spenta
la luce spenta la radio spenta
al buio a bere
ad accendere sigarette al buio
c'era fuoco che usciva dai fiammiferi
stiamo bruciando tutti insieme
stiamo bruciando fratelli e sorelle
mi piace mi piace mi
piace.


TUTTI GLI INTERESSATI

se ti sposi pensano che sei
finito
e se non hai una donna pensano che sei
incompleto

un sacco di lettori vogliono che
scriva ancora com'è andare a letto con nevrasteniche e
battone -
e anche com'è andare in prigione e in ospedale, o
fare la fame o
vomitare le
budella.

d'accordo, è difficile che l'autocompiacimento generi una
letteratura immortale
ma non la genera neanche
ripetersi

per quei lettori che adesso
sono delusi da morire
perché credono che ormai io sia un uomo
soddisfatto -
una parola, vi prego, di
incoraggiamento: certe volte
le sofferenze cambiano
aspetto
ma
non smettono mai per
nessuno.


QUESTO

essere ubriaco davanti alla macchina da scrivere è molto meglio che stare con tutte le donne
che ho visto conosciuto o sentito nominare
tipo
Giovanna d'Arco, Cleopatra, la Garbo, la Harlow, M. M. o
qualsiasi altra delle mille che vanno e vengono su quello
schermo di celluloide
o le ragazze passeggere che ho visto così carine
sulle panchine del parco, sugli autobus, ai balli e alle feste;
ai concorsi di bellezza, nei caffè, ai circhi, alle sfilate, al grandi
magazzini, al tiro al piattello, sulle mongolfiere, alle corse automobilistiche, ai rodei
alle corride, ai tornei di lotta nel fango, alle gare di pattini e di torte biscotte,
nelle chiese, alle partite di pallavolo, alle gare di canottaggio, alle fiere di campagna,
ai concerti rock, in prigione, alle lavanderie a gettone o dappertutto


essere ubriaco di fronte a questa macchina da scrivere è molto meglio che stare con tutte le donne
che ho visto o
conosciuto.

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