Intervista a Tiziano Scarpa:
Professione: scrittore. O meglio: gigolò,


"Quando dico che sono uno scrittore a nessuno interessa cosa scrivo e tutti mi chiedono come faccio a vivere", dice Tiziano Scarpa, veneziano, 40 anni, scrittore, appunto. "A un certo punto me lo sono chiesto anche io".
E ha cominciato a fare il gigolo!
"Parliamo del libro oppure di me?".
Me lo dica lei. Lei è diventato famoso nel '96 con Occhi sulla graticola, ha scritto saggi, commedie radiofoniche, si occupa di arte e musica. Ora in Kamikaze d'Occidente ci racconta della sua vita di scrittore. E gigolo.
"Non capisco perché il diritto di parlare di sesso oggi ce l'abbiano solo le donne, meglio se giovani, minorenni e vittime. Se decido di prendere sul serio quello che faccio, chi mi può impedire di parlare della mia vita?".
Ma lei non è la scandalosa Melissa P. di Cento colpi di spazzola. Immagino che dietro la figura del gigolo ci sia la metafora dello scrittore costretto a prostituirsi...
"Ma neanche per sogno. Nessun significato emblematico né estetizzante: non mi interessano le fantasticherie partorite dall'autore, non voglio essere letto esteticamente".
Allora le prestazioni che le chiedono da scrittore, e da gigolo, sono vere?
"Sì, ogni epoca chiede qualcosa, la committenza è importante, appartiene alla nostra cultura, senza non ci sarebbe la Cappella Sistina. Invece adesso tutto si riduce a marchetta"
Quindi anche il libro è nato su commissione: le hanno chiesto un diario intimo della sua vita per due mesi...
"Sì, è il frutto di una committenza, una marchetta tra le tante",.
E ha aspettato di compiere 40 anni per dedicare 300 pagine al sesso? Ma lo sa che nel suo libro non c'è traccia di eros?
"Certo che lo so, non c'è erotismo, non c'è climax né idillio. Ho cercato di tenermi lontano dal facile giochetto erotico. Ci vuole poco a farlo: si crea il desiderio e si dilaziona l'incontro. Anche i Promessi Sposi è un romanzo erotico: solo che quando Renzo e Lucia finalmente si congiungono non ci viene raccontato niente...".
Lei invece racconta dettagliatamente ogni tipo di prestazione, ma in modo poco credibile. Non si è mai visto un gigolo più interessato al suo piacere che a quello delle sue clienti.
"Questo è il tratto comico del libro: le donne pagano gli uomini perché cercano il loro egoismo maschile. Ma insisto: nonostante le lunghe descrizioni questo non è un libro sui corpi e sul sesso, ma sui rapporti mediati dal denaro".
E sulla imbecillità umana. A partire, scusi, dalla sua, del gigolo...

"Certamente. Sono affascinato dall'imbecillità, dalle miserie, dalla pochezza umana e dal modo meschino di ragionare. Scrivi un romanzo proprio per questo, altrimenti scrivi poesie".
Essere pagato dalle donne è un sogno antico: quale uomo non l'ha desiderato almeno una volta!
"È il sogno di tutti. L'uomo è l'inventore del denaro, paga sempre, risolve tutto con i soldi. L'idea di essere moneta, di essere scambiabile viene da lontano. Ma perché nessuno si scandalizza se tutti rendiamo omaggio alla diciottenne Miss Italia? Perché esiste la ninfa e non il ninfo? È evidente che il maschio venga preso da una terribile malinconia, e si chieda: "Perché nessuno mi compra?". C'è una dolcezza straordinaria nel sentirsi sul mercato".
Forse esagera: "avere un prezzo" non è proprio il desiderio di tutti.
"Certo. Stare sul mercato significa anche essere vittima di chi ti compra, e la cosa può fare paura. Ma sentirsi fuori dal ciclo economico, fuori dall'immaginario del mercato è davvero triste. Ti comprano come forza lavoro, come impiegato, operaio. Ma nessuno ti vuole pappare sessualmente".
Le donne dovrebbero essere più aggressive.
"Mai una sceicca o una magnate americana che paghi per una notte d'amore... A noi maschi manca quell'aureola di gloria tra il sessuale, il semi divino e il puttanesco".
Prima di darsi alla carriera del gigolo ha studiato, ha incontrato alcuni professionisti?
"Si, naturalmente".
È da loro che il protagonista ha imparato a depilarsi schiena e pube?"
"Guardi che quando fa molto caldo la schiena pelosa diventa una pelliccia. Lo facevano anche i romani, qui viviamo in un clima caldo".
E i prezzi sono così cari? Cinquecento euro a notte?
"Forse ho un po' esagerato, ma ci sono donne - soprattutto le americane e le inglesi - disposte a spendere molto di più per una vacanza sessuale nei Caraibi...".

in "Il Venerdì" n.812, 10 ottobre 2003, pp.123-124.

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