Dodici coppie per Scarpa

Prima o poi si finisce per non parlare d'amore. Parlandone. È il caso di Cosa voglio da te, neonato quarto libro di Tiziano Scarpa (dopo Occhi sulla graticola, Amore®, Cos'è questo fracasso? tutti editi da Einaudi, escludendo la guida di Venezia Venezia è un pesce e l'antologia di poesie scritta a sei mani insieme a Raul Montanari e Aldo Nove, Nelle galassie oggi come oggi). Di Cosa voglio da te, in uscita anch'esso per Einaudi (pagine 202, euro 12,50) qui accanto anticipiamo un brano, che è una poesia. L 'unica in questa raccolta di racconti - dodici - che hanno come tema l'amore, o meglio la relazione con l'altro. Che sia un uomo, una donna, un figlio, la mamma, un fantasma, un mostro. Un mostro, come Frankenstein. E guardacaso è solo nel racconto dove 1a Creatura è protagonista insieme a Lady Frankenstein che si parla di cuore. Il mostro, senza cuore, può ora scegliere preferisce un cuore cinico o un cuore sentimentale? Difficile decidersi... difficile avere cuore. Meglio che scelga lei. Dell'amore non ci si può fidare. E se poi si soffre? Quanti significati la "parola amore" nasconde, quante esperienze, quanti miraggi, quante emozioni, quanti dolori, quanti sogni, quante soddisfazioni, quante tragedie, quanti conti della serva, quante fisime, quante sfumature, quante immagini? Tutti scrivono di e sull'amore. Quasi nessuno ne capisce. Tiziano Scarpa parla a volte con la voce di lei, a volte con la voce di lui. E siccome è uno scrittore di mondo, nel senso che cala tutto ciò che scrive nel mondo; ci racconta storie di normale amministrazione, "perizie di parte" su dodici rapporti scelti, su persone che hanno i problemi di tutti, in questa vita di solitudini e moltitudini, di supermercati, frustrazioni e strampalati circoli lètterari, di scuse per stare insieme e di altre scuse per non stare insieme, di feticismo e di sesso. Il sesso, fare l'amore, Oggi si dice "fare sesso". "Fare l'amore" si diceva. Scarpa assiste e racconta le storie di sesso e le storie d'amore. Nel casino delle vite dalle quali scosta le tende per permetterci di vedere meglio, lo scrittore veneziano pesca piccole e grandi consolazioni: una treccia colore del sole per placare il dolore dell'assenza, un bambino in arrivo.

MI RIVOLGO A TE, TYRAN,SIGNORA DELLA GELOSIA

Mi rivolgo a te, Tyran
signora della gelosia e della febbre
inquilina del mio sangue
cavallerizza degli uragani
Tyran do matrice di comete
Tyran che coli dalle cosce delle giumente
Tyran che fiotti dalle grondaie
che ruggisci nei cartelloni stradali
e nelle ascelle delle concorrenti
dei concorsi di bellezza
Tyran che sbocci nelle malattie della pelle
nella spuma dell'aranciata in lattina

per causa tua il petrolio che sonnecchiava
da milioni di anni nel grembo della terra
si sveglia incollerito nella camera a scoppio
di una motocicletta smarmittata

per causa tua una cugina con gli occhiali
che ha sempre preso bei voti a scuola
e non è mai tornata tardi a casa per cena
urla e piange e si graffia'le lentiggini sulle gote
al concerto di un gruppo di ragazzi
che cantano ballando a torso nudo

per causa tua il disegnatore della Zecca di Stato
aggiunge un'impercettibile gobba
sul naso della Patria ritratta di profilo
diffonde il ritratto della sua amante
in cento miliardi di copie

all'insaputa di tutta la nazione
all'insaputa della moglie
che tiene quelle monete fra le dita
le tende all'uomo dell'edicola
per comprare una rivista di pettegolezzi.

st.s.
su "L'Unità" del 30 aprile 2003.


Tiziano Scarpa, Cosa voglio da te

Sono uscite, più o meno in contemporanea, diverse raccolte di racconti scritti da giovani scrittori (Vitaliano Trevisan, Davide Bregola, Giuseppe Caliceti, Laura Pugno, Tiziano Scarpa). Come succede, gli autori si conoscono, si stimano, ma i loro libri non si somigliano per niente gli uni con gli altri. Il meno somigliante di tutti è forse Tiziano Scarpa, che è in qualche modo anche il più conosciuto. Ha pur sempre esordito da Einaudi, addirittura prima dell'antologia cannibale, e con un romanzo pubblicato in una collana importante.
Cosa voglio da te ha qualche affinità con Occhi sulla graticola del '96. Il tema è su per giù lo stesso (l'amore tra i ragazzi e le ragazze), le tecniche impiegate anche. Scarpa è uno scrittore di grande cultura e non fa niente per nasconderlo. Ogni tanto, la cultura gli pesa: e allora abbassa il tono, butta là una battutaccia, una gag screanzata, uno sberleffo anche gratuito. A metterla giù così, non si rende giustizia al maggior pregio di Scarpa, che è la sua favolosa capacità di impadronirsi delle lingue, gli usi, le mode dei suoi (e nostri) tempi. Non c'è rapporto del Censis che valga i dialoghi dei suoi libri, e non ha importanza che suonino a volte del tutto inverosimili e spesso un po' artificiosi: non è forse artificiosa e inverosimile anche la realtà?
L'ultima produzione presenta però una caratteristica un po' diversa. Se Tiziano Scarpa continua a possedere questa specie di orecchio assoluto per quello che gli sta attorno, sembra infatti che gli sia passata la voglia di raccontare. È un'impressione confermata da molti interventi di Scarpa sul sito www.nazioneindiana.com. Quand'era ancora più giovane di adesso, cioè pochi anni fa, lo scrittore di Venezia inventava storie. Oggi pare che gli interessi di più esprimere opinioni, vestire i panni dell'opinionista di costume. Di sicuro, in Cosa voglio da te ci sono piuttosto sketch che veri e propri intrecci - e la lingua, come ha notato lui stesso in una bella intervista rilasciata a Stilos, si è fatta più lineare, più sorvegliata. S'intende che va bene lo stesso. Tiziano Scarpa è un intellettuale troppo intelligente e abbastanza aggiornato perché lo si possa trascurare e, rispetto agli opinionisti che scrivono sui quotidiani, è di gran lunga più simpatico. Ma un po' di nostalgia per quel primo libro, Occhi sulla graticola, per molti versi imperfetto e presuntuoso, quella non ce la si toglie mica.
Tiziano Scarpa è un uomo che ama le donne e ce lo fa sapere da tanti anni. Ora sarebbe tempo che mettesse la testa a posto e consegnasse ai suoi lettori il Grande Romanzo Comico Italiano di questi e altri anni. Alla sua età, alla nostra età, il rischio di diventare un altro Massimo Gramellini (o Filippo Facci, se di centrodestra) è infatti assai forte: e Scarpa non merita questa fine.

Giovanni Choukhadarian
su Vibrisse, n. 107, 15 giugno 2003.
Tiziano Scarpa Cosa voglio da te, Einaudi, pagine 202, euro 12,50.


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