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Estratti da Salomè


		PERSONAGGI


		ERODE ANTIPA: tetrarca di Galilea e Perea, figlio di Erode il Vecchio.

		ERODIADE: nipote e moglie di Erode Antipa. 

		SALOMÈ : figlia di primo letto di Erodiade, figliastra di Erode Antipa.

		JOCHANAAN: Giovanni detto il Battista.

		ABILA: consigliere di Erode Antipa.

		LIDDA: educatrice di Salomè.

		PETRA: responsabile di tutto il personale domestico.

		DANIÈL: coppiere di Erode Antipa.

		SEFORA: assistente personale di Salomè.

		MELCHISEDECH: titolare del circo degli animali.

		GIARDINIERE

		PRIMA GUARDIA 

		SECONDA GUARDIA

		PRIMA BALLERINA

		SECONDA BALLERINA

		PRIMO MUSICISTA

		SECONDO MUSICISTA

		MIMO

		NANO




 


		Avvertenza


		Situazioni e personaggi delle pagine che seguono – fatta eccezione per Salomè,
		Erode, Erodiade, Jochanaan – sono puramente immaginari. Resta ferma l’ambientazione, 
		il palazzo di Erode a Macheronte e qualche spunto riguardante Jochannan.
		Un ringraziamento alle rime, ritmo di Frate Cipolla, Petrolini e Pagliarani.

		S. V.
 
















		ATTO PRIMO





 



		                             SCENA I

		Palazzo di Erode Antipa a Macheronte, riva destra del Mar Morto. 
		Nel cortile interno, Petra e il giardiniere.
		Rumore di catene e di passi provengono dall’esterno del muro di cinta.
		Il prigioniero non è visibile. 

		Petra: Hai sentito?
		L’hanno preso. È arrivato.

		giardiniere: Non ho resistito, dovevo andare a vedere.

		Petra: Al fiume?

		Il giardiniere prende tempo.

		giardiniere: Arrivano le guardie.
		Aspettano che finisce di parlare.
		Lo difendono. Si mettono in mezzo.
		Uomini, donne. Carne a mollo.
		Profeta, profeta! Lava i mie peccati! 

		Petra: Lo trovi divertente?

		giardiniere: Le pulci attaccate alla barba. 	
		Il fango tra i capelli. 
		Le croste intorno alla bocca.
		Stracci, pelle di cammello. 
		Uno così, che mangia locuste. 
		Anche i romani ridono di gusto.

		Petra: Che c’entrano i romani?

		giardiniere: Dicono tutti così. Che altro dovrebbe dire? 

		Il rumore delle catene si fa più vicino. 
		Una delle guardie raschia la gola e sputa a terra. 
		Petra e il giardiniere ascoltano oltre il muro.

		Petra: Ai romani la cosa non interessa. 
		E a lui non interessano i romani.
 
		giardiniere: Questo qui non fa discorsi nascosti.
		Ha la schiuma in bocca.

		Petra: Non parla per conto suo.

		giardiniere: Qui ognuno parla per sé. 
		Chi è che non parla per sé? I pazzi, gli spioni.

		Il giardiniere si avvicina al pozzo. Guarda dentro 
		come se potesse seguire con lo sguardo quello che avviene
		nei sotterranei. Poi va verso una baracca di legno.
		Esce portando una cassetta di attrezzi e un rastrello.

		giardiniere: Se questo qui finisce male. 
		Cose che tutti sanno 
		ma che non si dicono.
		Ha fatto i nomi. 
		Certo, ci vuole coraggio. 
		Scommetto gli piace
		stare sulla bocca di tutti.
		C’era del comico.
		Una delle guardie mi ha dato di gomito. 
		Zitto, mi ha detto. 
		Ma anche le guardie ridevano di Erode, 
		ridevano senza darlo a vedere. 
		
		Erode non sa cosa credere.
		Erode non crede nell’amore.
		Erode non sa cos’è il potere.
		Erode crede di dover credere
		in qualcosa di più grande
		che gli faccia un po’ male.

		E tutti ridono di Erode.

		Petra: C’è gente, tutti i tipi di gente. 
		Non capiscono al volo. Teste dure. 
		Se capita sottomano un esempio chiaro. 
		C’è tempo e modo per capire tutto,
		ma tu non sei attento.
 
		giardiniere: Adesso ti aggiusto io, ti arresto.

		Il giardiniere la tira a sé con il rastrello.

		giardiniere: Mi mandi il sangue alla testa. 
		Eppure non sei bella.
		Non sei più tanto giovane.
		La pelle cotta dal sole. 
		Le mani ruvide come la schiena di un somaro. 
		I capelli più stopposi del fieno.  
		Ma i tuoi occhi certe volte.
		Sei troppo in te stessa.
		Pensi di valere di più.
		Che ti aspetti di più dalla vita? 
		
		Petra si tira fuori dalla presa.
		
		Petra: Tutti e due ogni giorno ci aspetta
		un giorno che spezza la schiena. 
		Servi in mezzo alla ricchezza. 
		Non siamo servi di questa ricchezza. 
		Tu non vedi, non senti, non capisci. 

		giardiniere: Ma che dici? Ah ma mi piaci, 
		mi piace quest’arroganza. 

		Petra: Giocolieri, acrobati, danzatori.
		Vino, capretti, montoni. 
		Miele, frutti, aromi. 
		Stanotte che si prepara una festa 
		finisce male tutta questa farsa.

		Il giardiniere la guarda. Poi la stringe da dietro la schiena.
		
		giardiniere: Voglio arrestarti. 
		Tenere in ostaggio questi pezzi di pelle 
		che ti stanno attaccati alle ossa.
 

		All’improvviso si spalanca il portone principiale. 
		Un gruppo di persone attraversa il cortile portando casse, 
		piante, vasi, cuscini, animali vivi al guinzaglio e in gabbia. 
		Alcuni trasportano a spalla pezzi di carne sanguinolenta. 
		Chiacchiericcio confuso. Risate. 
		Il gruppo si dirige verso le cucine.
		
		Petra: Guarda bene. Guarda tutto. Stai molto attento. 
		Ogni dettaglio va a finire sullo sfondo.

		giardiniere: Guarda bene! Guarda tutto! Stai attento!

		Petra: Hai la memoria rotta. 
		Hai dimenticato perfino il Vecchio
		e tutto quello che ha fatto.

		giardiniere: Ma suo figlio non ha figli da avvelenare. 
		Ha una bella novità che gira a piedi nudi nel palazzo. 
		Un tipo di perversione che lo fa impazzire.
		Ma non ditelo ad Erode!

		Petra: E’ tirato chissà da cosa.
		Finisce per avere un gran bisogno
		di farsi comandare.

		giardiniere: Gli piace solo giocare.
		Il Vecchio invece è stato un animale. 
		Alla fine dei suoi giorni. 
		Ora sei tu che non ricordi.

		Petra: Uno che fa fuori moglie e figli. 
		Nemmeno lui credeva di spingersi a tanto. 
		
		giardiniere: Lo so bene quello che ho visto. 
 

		Petra: Io ero già una di casa.
		Una davanti alla quale hai paura di dire e fare 
		cose di cui pentirti.
		Il Vecchio non si dà pace.
		Gli montano strane idee in testa
		e la cosa gli prende la mano.		
		Abila pensava che con un po’ di distrazione.
		E quello se la va a prendere coi ragazzini.

		Il giardiniere si avvicina ad un cespuglio di fichi d’India
		e stacca un frutto dalla pianta. Toglie la buccia con un coltellino.

		giardiniere: Non era sangue del mio sangue. 
		Ma sai com’è, i bambini ti si affezionano 
		e tu ti affezioni a loro. 
		E’ notte, ad un certo punto
		si sente una gran confusione.
		Arrivano certe guardie, per fare il lavoretto.
		Te le raccomando!
		Non stanno a sentire ragioni.
		Glieli strappano dalle mani.
		Li prendono.
		Li appendono a testa giù 
		gli scolano il sangue come galline. 
		Così per tutta la notte
		per tutta Betlemme.
		Tempo dopo i signori se ne vanno
		da certi parenti a Gerusalemme.
		E io mi trovo senza lavoro.
		Poi mi arriva la voce che il Vecchio
		cerca gente capace d’arrangiarsi a fare tutto.
		Mi presento.
		Mi offrono un lavoro onesto 
		ben pagato 
		vitto e alloggio compreso.

		Rumore sempre più vicino dei soldati che ritornano dai sotterranei.

		giardiniere: Ho fatto solo
		quello che mi conveniva fare.
		
		Petra: Finché ti conveniva. Le cose stanno per cambiare.
 

		giardiniere: Se devi pensare a campare 
		fai solo quello che ti conviene.
		Tu che ancora ti fidi 
		di quelli che ti vogliono salvare.

		Petra: Qualcuno dovrà pure iniziare
		a forzare le cose. 

		giardiniere: Morti di fame coi morti di fame. 
		Che bella compagnia!

		Petra: Conviene anche a te. 
		La gente quando inizia a capire come vive, 
		è già un passo avanti.

		giardiniere: Lo sai anche tu come stanno le cose.

		Petra: Se gioca bene la sua mossa…

		giardiniere: E’ già con un piede nella fossa.

		Petra: Erode gli darà quello che chiede.

		giardiniere: Sì, una villa con vista sul mare.
		Una menzione speciale quando lo farà impiccare.

		Petra: Non può lasciare le cose così. E’ solo all’inizio.

		giardiniere: Erode non vede l’ora di dargli una lezione.

		Petra: Erode è più codardo di te.

		giardiniere: Lo vedi che siamo d’accordo.

		Petra: No, noi due non siamo per niente d’accordo.