IN UN AMEN |
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La poesia di Nero Luci si nutre di migliaia di individui, antichissimi e di ogni giorno, e tuttavia mantiene ferma una voce inconfondibile e originalissima, una voce che racchiude una coralità, ma anche una personale capacità di rielaborare i modelli e i paradigmi della tradizione, restituendoli in canti nuovi. I versi sono rapidi, incalzanti (veloci come un amen), vivono spesso dentro un solo fiato, e in questa alternanza del respiro esprimono una percussiva volontà, un ritmo che affonda nella carne e nella storia dell’uomo, in particolare quella che è in permanente rapporto con la “mala cosa”, con i dèmoni che sorvegliano l’abisso e la resurrezione: “La strada verso il tempio/ insegue il mio serpente/ bisogno nuove frecce/ a caccia il rinnovarsi/ da lì chiamo il mio amore/ son strano per la gente”. Brevi stringhe di parole evocative ed evocattive, vale a dire presenti e lucide al proprio tempo, in misura sempre maggiore del papa o degli ufo.
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