IN UN AMEN
[Nero Luci]


Anno pubblicazione: 2005
Pagine: 80
Costo: 8 euro

La poesia di Nero Luci si nutre di migliaia di individui, antichissimi e di ogni giorno, e tuttavia mantiene ferma una voce inconfondibile e originalissima, una voce che racchiude una coralità, ma anche una personale capacità di rielaborare i modelli e i paradigmi della tradizione, restituendoli in canti nuovi. I versi sono rapidi, incalzanti (veloci come un amen), vivono spesso dentro un solo fiato, e in questa alternanza del respiro esprimono una percussiva volontà, un ritmo che affonda nella carne e nella storia dell’uomo, in particolare quella che è in permanente rapporto con la “mala cosa”, con i dèmoni che sorvegliano l’abisso e la resurrezione: “La strada verso il tempio/ insegue il mio serpente/ bisogno nuove frecce/ a caccia il rinnovarsi/ da lì chiamo il mio amore/ son strano per la gente”. Brevi stringhe di parole evocative ed evocattive, vale a dire presenti e lucide al proprio tempo, in misura sempre maggiore del papa o degli ufo.
All’interno di questo pantheon, contemporaneamente consacrato e dissacrato, affiora l’inquietudine e la forza di un percorso che è ad ogni passo psicogeografia, così come educazione sentimentale, in/chiostro notturno e punk invocazione, “esorcismo e scongiuro”. Ogni poesia è un incontro, un gesto e un congedo: si misura nella parola la conoscenza, emerge da ogni paesaggio la visione o la favola di una contemporaneità impazzita: “La comprensione è tenebra/ a sassate insegne/ contrarie luminose/ ve n’è luce dal cielo”. Ci si muove in sogni sregolati e in spazi immisurati, allungati dalle note su sinfonie dell’Ottocento e dalle notti sul dancefloor persi in sabati locusta. Lo sguardo del poeta riesce a cogliere i tratti di un’epoca contenuti nei tic di una generazione, nelle difficoltà di aggraziarsi per il mondo, di conquistare la bellezza agli occhi di Eva, quella del peccato originale; bellezza come “harmonia del monno/ perché vi è lo chaos”, e come gusto per la voluttà e la Luna.