GEMMA NELLO SPAZIO

12/12/2002

Sparajurij: Vi presento Gemma, che è qui come autrice di poesie che ci leggerà.

Sparajurij: :)

Gemma: :)

Sparajurij: Dicci qualcosa di te, cosa ti piace ascoltare come musica, cosa leggi…

Gemma: …per la musica sono onnivora, ascolto di tutto, Smashing Pumpkins, Placebo, le prime cose dei Liftiba, dei Diaframma, Bjork, ma anche una canzone di Tiziano Ferro, gli Einstürzende Neubaten… ora sto conoscendo Lou Reed... adoro Elio e le storie, un periodo sono stata molto depressa e mi sono ripresa grazie a loro… andavo a fare jogging con Elio nelle orecchie… la poesia, un poeta che mi ha veramente sconvolto è Milo De Angelis… poi amo molto Ungaretti e Montale, Anne Sexton, Pessoa, Sanguineti, Pagliarani, Balestrini, tanti...

Scudo: oooooooooooh

Ciccio: Luci si è laureato con una tesi su Balestrini, sulla poesia di Balestrini!

Gemma: interessante…

Luci: la tesi no, perché l'ho fatta molto velocemente… cioè no…

Zeno: ci hai messo sette anni!

Luci: ma sette anni in cui ho fatto tutt'altro, tra cui creare il Laboratorio, tra l'altro…

Ponte: grazie.

Gemma: comunque amo anche Dante... e credo di essere una delle poche persone che ha tutti i libri di poesia di Bukowski, quelli della Sugarco… ma tanti altri, tantissimi. amo tutta la poesia che mi piace, ecco.

Zeno: invece per la narrativa, magari anche contemporanea?

Ponte: prima di cominciare a scrivere cosa leggevi?

Ciccio: ma anche adesso…

Ponte: forse il passato è più interessante del presente.

Gemma: in realtà è proprio una questione di tempo, non ne ho molto, ma leggo ovunque. e mi interessano cose molto diverse, troppe... ho appena iniziato "Il maestro e Margherita" e anche "I Furiosi" di Balestrini… ho il vizio di leggere più libri contemporaneamente, così mi affastellano sul comodino, sulla scrivania, in borsa, in testa... sono un attimino inquieta, diciamo così. e soprattutto leggo velocissimo. mi piacciono un sacco le vecchie edizioni, o i libri inutili, compro un sacco di libri al Libraccio o sulle bancarelle... i cataloghi delle mostre... venendo qui ho preso questo libro che è bellissimo per quanto fa schifo, si intitola Le più belle frasi d’amore ed è un libro assurdo, perché ci sono versi famosissimi di Shakespeare, Prevert, stralci di romanzi che sono discorsi indiretti, senza titolo, senza autore, niente, frasi da Bacio Perugina, o da fotoromanzo, tutte omologate dall’occultamento totale delle fonti, insomma non si capisce un cazzo. be’, sul treno lo leggevo e ridevo da sola immaginando unOo straniero che arrivava in Italia per incontrare una che aveva conosciuto tipo in vacanza e di cui si era innamorato, oppure un extracomunitario che comprasse questo libro per trovare una frase d’amore da dire in italiano, al suo oggetto d’amore italiano, ma poiché non conosceva bene la lingua ne prendeva una assolutamente fuori contesto, tipo questa, ve la leggo. cioè, lui arriva dalla tipa, tutto emozionato, e le dice una frase che ha imparato a memoria da questo libro, magari la pronuncia anche male, tipo le dice: “Ragazzo dei miei sogni dove sei? Posibile che tu sia tanto lontano? Vieni hai conquistato il mio cuore” e la tipa gli dà la borsa di Louis Vuitton in faccia e se ne va, perché si sente presa in giro, e lui non capisce perché. fa ridere no? è anche triste no?

Ponte: Veniamo alle poesie:

Gemma: Non volete che vi legga altre frasi d’amore selezionate tra le più belle da Salvatore Di Fraia Editore?

Ciccio: No...

Gemma: Sono certamente più belle delle mie poesie!

Ciccio: No...

Gemma: Va be’, allora vi leggo alcuni testi brevi, poi qualcuno più lungo… Selezionati tra i miei più belli, ovviamente... Scherzo. Ridivento seria. Ecco. Allora, qui c'è una cosa che è molto difficile da rendere leggendo, cioè il fatto che il testo è tutta una lunga parentesi tra l’inizio e la fine della poesia, che sono un’unica considerazione...


METRICA CADENZANDO SFEBBRO ANSIA

Un solo amore in vita che non sfugge: 
(così come, la lingua, esiste ancora, 
scodinzola abbandoni respingendo, 
fatali fatti sfratti atti fra 
frattali e tali atavici neo-segni, 
fratture perpetrate e ricomposte 
in generi da geni generati. 
Appollaiata al tutto me ne sto; 
la terza sigaretta oraria accesa; 
i piedi scalzi al trespolo di una 
tra le tante sonore della vita 
colonne, dita piego indietro a volte 
avanti stiro, sporgo troppo il viso 
e vedo tra l'ignoto vecchi e vecchia 
querelle: e questa di chi è amica chi 
spompina di chi fa la portaborse 
all'università? - se fossi un uomo 
/spom'pina/ avrebbe senso metaforico - 
Chi sa stupirsi è come sempre vergine. 
Esce da nodi di grovigli semplice. 
Un bio-k-way fornito di cervello 
cultura sentimenti ed emozioni. 
L'estrassi per me sola uscii nel, 
entrai nel. Mondo esterno: ci pioveva. 
Da sempre e nel presente sole e niente 
oltre a una regolare pioggia d'acqua. 
Non voglio che approcciarmi a tutto-tutti 
nel nome di una umana democràzia. 
Poetica neo-basic francescana.) 
l'amore per la vita che rifugge. 
Gemma: poi volevo leggervi due cose che riguardano le cose, i prodotti, che so che è un discorso che avete affrontato anche con Tommaso e che ci riguarda tutti.
SWEET DREAMS (ARE MADE OF THIS). And "THIS" is shit.

Tra luci e varietà dell'Esselunga 
sul palco del Cliente Soddisfatto 
sale a fatica una vecchietta stanca 
e inizia una performance che s'intitola 
FIDELIZZAZIONE DEL CLIENTE -
UOMO. 
"Tu, FìdatyÒ di me. Tu fidati. 
Questa raccolta punti ha poche tappe. 
A fine mese di corteggiamento 
riceverai una bella sega in macchina. 
Presentandomi ad amici e colleghi, 
potrai aspirare al pompino di base. 
Per quello senza mani e con ingoio, 
basterà farmi conoscere i tuoi. 
Allora eliminata tua madre ed ogni 
tua amica, infine io ti darò la fica. 
Quando in vacanza tu le mie valigie 
trasporterai contento come un mulo, 
soltanto allora ti darò anche il culo. 
In occasione del viaggio di nozze 
in Angola, perverrà puntuale 
la mia prima sedicente spagnola. 
Nel momento esatto in cui crederai 
di avere avuto tu un gran bel guadagno 
di avere avuto tu un gran bel guadagno d
i avere avuto tu un gran bel guadagno" 
: Si è incantato il cd in sottofondo 
della versione di Manson di Sweet Dreams 
della versione di Manson di Sweet Dreams. 
Della versione. Di Manson. Di Sweet Dreams. 


LA MIA MAGLIETTA IN SALDI FORNARINA 

L'ho presa a Papiniano ma era cara, 
comunque mi portavo un capo cool 
nella mia casa anonima ed amara 
la vita meno mi appariva: fool 
and trendy al mondo anch'io sfilavo adesso, 
rubando la parvenza a quelle tipe 
che escono come da un gran successo 
piene di buste & credit card, stordite 
dal Fornarina Store di Ticinese. 
Quarantamila sulla bancarella, 
senza scontrino lo scaltro cinese 
mi consegnava la maglietta: "Bella, 
tieni!" e io pieni sentivo già i polmoni 
di un'aria discoteque-televisiva, 
di quella sicurezza che milioni 
costava di terapia cognitiva 
e comportamentale e soprattutto 
months, years di training intimo, invisibile 
e doloroso intorno ad ogni lutto 
e letto dentro e dietro non solvibile. 
La t-shirt colorata li occultava. 
Diceva che ero nuova ed alla moda. 
La mia voglia di vivere esaltava. 
E mi torniva come un mapo soda. 
Addosso il manifesto di esistenza 
al mondo delle persone normali, 
cassavo la snobistica sentenza 
della città delle donne fatali. 
Ma il carnevale mio non durò a lungo: 
non funzionò per me il Lip Woolite. 
Acqua in vasca da nascerci un bel fungo, 
non funzionò il lavaggio "delicati": 
palline di pelucchi. E era cotone. 
E si scuciva: il filo. A bordo maglia. 
Quella maglia è durata una stagione, 
comme les amours d'été era di paglia. 
Io torno al mio settembre di dovere, 
oggetto di un'altrui revolverata. 
Piuttosto tesserò da me il potere, 
la maglia nella rete l'ho trovata. 

Gemma: Essendomi trasferita da Roma a Milano ho la caratteristica di essere una "new emigrante", un'emigrante della new economy che in Italia però è ancora molto simile a quella di alcuni decenni fa, non è un’economy tanto new; ho usato una scrittura abbastanza destrutturante, per imitare il disallineamento, la schizofrenia interiore che si crea quando lavori a contatto col pubblico, in un ambiente in cui sei sotto controllo, una situazione deprimente e ansiogena.
NEW-EMIGRANTISMO(apparsa anche sul n. 03 della rivista romana Accattone) 

Lavoro. Allo sportello. e' non bello. 
Sentire duro. Il piglio un po'. Impudente.
Di chi. La' in fila. Occhi-cazzo-uccello.
Per masturbarsi posa. Sono. Niente.
La. Non persona. Esposta. e' la berlina.
Amaro ingoio. Sperma. Di domande.
La psiche. Sputo in sputi. E non sconfina.
Dal secchio mio. Occultato per la. Grande.

Sfilata. Arredo. Dentro al. Peristilio.
Reificati. Senza. Andare via.
Nei pacchi. Dell'appalto. Che il mobilio. 
Sometimes rinnova. Ferie. & malattia.
Per assentarsi. Studi. So. Mi cito. 
Fecondi. In vitro. Il seme. Professione.
A ventun anni. Non ho osato. Ardito.
Snobbare. Il posto fisso. In Settentrione.

Col mio diploma sono stato assunto
studiando per non fare l'operaio
un impiegato di concetto punto
sta seduto b) si frega un paio
di penne boh dell'hardware or del software
poi entra in Interne't da esterne linee
ehm gioca al solitario puo fumare
lanciare puzze tacite e fulminee

cercare dentro al naso nuove idee
levare neri corpi con le attaches
da sotto le unghie farsi epicuree
pausette al bar interno PIZZA IN TRANCI
A 1 EURO E 20 ed il caffe' cassato
(la PROMOZIONE! PAGA 9 10
CAFFE') rinchiuso nel W.C. PRIVATO
depositando in pace le sue feci!

Tu sogna. Superciuk! Ho. Io. Davanti. 
Ben troppa. Gente. In bagno. Vado. Ma
di corsa. Fast! Dribblando tra pressanti. 
Urgenze urgenti il capo. Sadoma-
so mobbing. A Natale ci si da'. 
I doni tra colleghi. Non li odio.
O bene o male infine. Ci si sta.
Di certo meglio su che. Sotto il podio!

Fantozzi Ugo. Eroe dell'impiegato!
Si impiega e non si spezza. Come il cazzo.
(Di certo non il tuo. Che sei inculato. 
La piu' parte del tempo. Nel palazzo.)
L'ufficio era la sua aderente. Fica. 
Ma in latex: per un nerbo. Gia' carente.
Scoparla per trent'anni una. Fatica! 
La gioventu' io timbro indifferente.

La foto mia sul badge cadenza giorni.
Non muta la sostanza coi governi.
Il sole gli stipendi quei ritorni. 
Di mesi stillicidio come inverni.
Pero ho diritto anche a chip-chiavetta! 
Ricaricando spiccioli residui.
Per bermi quei caffe' alla macchinetta.
Osti ai principi del Maalox precipui.

La mia prostituzione e' messa in regola. 
Il vostro cazzo di: "Scusi ho un problema...".
Ficcate bello dritto nella gola.
Mia giu' a inghiottire infine l'anatema.
Se non vi appago. Il coma cerebrale. 
Assiste l'operaio della carta.
Produce lui servizi ad un seriale. 
Automatismo ritmico. Lui scarta

(Anal-ogia coi film once detti ose'. 
Nowadays porno) real incontri altri.
Con l'interlocutore and con se'. 
La sola azione fisica fa scaltri.
In un contesto apposito l'ufficio. 
Interagisce in nuova ecologia.
E flora e fauna: puro meretricio. 
Just economic NO ALL'IDEOLOGIA! 

Mia madre che piangeva alla stazione. 
Pensava a quando lei in risalita.
Dal basso Meridione. "Un'emozione!
Andare a Roma in treno ben vestita.
Il lusso di un lavoro non nei campi...". 
Ed ora anch'io salivo sul futuro.
Con il mio trolley. Mental bungee-jumping. 
In pancia le speranze io canguro.

Arrivo qui a Milano vado al Duomo. 
Nel pub all'happy hour il commesso.
"Bisogno?". "Yes!" Gentile. Penso. L'uomo. 
Del centro-sud al nord non ha lo stesso.
Bad puzzo o fame (certa immigrazione). 
Oblio l'idea di Lega, ho i buoni pasto.
Ormai, la mamma come, old Terrone. 
e' l'Era e a really trendy shop m'impasto!

In verita' Milano e' un Giappone. 
Lo stress di razze omologa il colore.
Vagoni pieni lingue plus persone.
Mixate nel metro, it is vettore.
Attivo come il Mongoloid dei Devo. 
San Babil-onia Brera luoghi immuni.
"Piuttosto che" il locale disgiuntivo. 
Invece di "o" dei non lumba'rd comuni.

Si fanno nebbia gli anni dietro al vetro. 
I soldi che non bastano, anche i giovani.
Si stancano a viaggiare avanti e indietro. 
Ti mancano gli amici ed i piovani
anfibi picchi muco and sadness triplicano. 
Si sgretola al telefono il rapporto.
D'amore, le distanze si intensificano. 
A casa arrivi che tuo padre: morto.

Realizzi che il tuo treno l'Eurostar. 
Non e' tanto diverso dall'Espresso.
Che riportava a casa i pendula'r. 
Senza biglietto chiusi muti al cesso.
Fino a Reggio Calabria o giu' di li'. 
Le facce sempre quelle spesso tristi.
Ogni domenica non venerdi'. 
Se questa e' atea croce troppi cristi.

Micronizzato in treno sta the mondo. 
Chi vergine chi torna giu' dai figli.
Chi porta i panni sporchi oscuri al fondo. 
Di troppo traspiranti nascondigli.
Catartiche dynamic 9 ore. 
Di viaggio TO/FROM mamma, a generarmi.
Riescono un nirvana dal livore.
Di questi tempi so: non licenziarmi.

Work antropormorfizza la famiglia. 
Where chi e' piu' vecchio yet ha assimilato.
Well che se non sei il figlio or la figlia. 
Di un ricco padre (even processato).
Il tuo destino e' qui, recinto pieno. 
Di frustrazioni ed oneri, un negozio.
The pet shop con i puppies dentro al fieno. 
Esposti tra le cacche a un finto ozio.

Senza acquirenti. Odio il mio lavoro 
mi sforzo a rispettare la struttura.
In cui sto stretta i sogni mi coloro
intanto al buio per l'expo futura.
Perche' non sono nata tra le vere 
priorita' in testa chiare aurore.
Errare dalla via a troppo austere 
palestre post-moderne dove ore.

Per rassodare addomi glutei atoni
si dedica a fatica in techno-balli.
Tra capitalizzati giorni afoni
la razza post-atomica: vassalli.
Urbani senza terra ne' tesauri 
in non luoghi stanziamo in spazi alieni.
Ci estingueremo come i dinosauri
all full of nuclear shit unknown veleni.

Gia' raffinati like at home i cani 
di Marx and God doing volentieri a meno.
Ci abituiamo in iperpost-umani 
sforzi ed eiaculando bio-tungsteno.
Lipidi griffe fobie prodotti borse 
formali orgasmi pleasure nothing niente.
Not crazy I am non meno almeno forse 
di chi si chiede daily: "Il trascendente?".

Astante in single file send off paura 
se sono assente disinteressata 
a te al lavoro: assolta la premura.
Di mungermi the Xanax then sedata 
saro seduta e piu' non supponente.
Sui tacchi alti e nuda bene in grado
di soddisfarti more than efficiente.
Voi fari accesi addosso me the viado. 

Gemma: potete dire qualcosa…

Luci, facendo il gesto: è una citazione di Jerry Calà: libidine, doppia libidine, libidine coi fiocchi!

Gemma: …sull'uso dell'inglese in alcuni casi sbaglio anche apposta, volendo riportare quello che succede in un ufficio tipico, con l’invasione dell’inglese, che si usano impropriamente parole al posto di altre perché gli somigliano... come delle mie vecchie colleghe che invece di badge dicono budget… e in alcuni punti confesso d'aver usato le parole inglesi perché la stessa parola italiana avrebbe sforato il verso... l’endecasillabo. Oppure per il gusto puramente fonetico, “the Xanax then”, per sfruttarne la possibilità sarcastica offerta dalla fonetica…

Ponte: come in "more than efficiente", che suona quasi de-ficiente…

Gemma: sì… e comunque bisogna essere più deficitari di quello che sei per fare un lavoro così… anche in altri casi come in "Bad puzzo o fame (di certa immigrazione)" è una citazione di cose che ho sentito dire e non espressione della mia idea, Milano è veramente piena di extra-comunitari che si fanno proprio un mazzo e non li fila nessuno, anzi, vedo scene di questi che salgono sul tram con scatoloni pieni di fiori che devono andare a vendere e le vecchiette si lamentano e un'altro po' e li bastonano con l'ombrello perché occupano troppo spazio e "sicuramente neanche pagano il biglietto"… cose che mi sembrano assurde e ho voluto riportarle… tutto questo è un po' per dire che si parla tanto di new economy, @ economy, eccetera ma forse siamo sempre nelle stesse penose condizioni… anzi, no... peggiori

Ponte: è una cosa che abbiamo molto in comune quella del mescolare le lingue e anche dell'emigrantismo… invece forse c'è il discorso della versificazione, dell'endecasillabo che a noi non appartiene tanto…

Luci: perché non ci riusciamo…

Ponte: bè, lei forse fa i versi…

Ciccio: io ho provato a cimentarmi con l'endecasillabo, ma con scarsissimi risultati…

Luci: anch'io ho un archivio pieno… forse Scudo

Pan: …ma lui con scarsissimi risultati…

Gemma: comunque se vi volete divertire è carino provare a scrivere endecasillabi con altre lingue che hanno una pronuncia molto più breve rispetto al numero effettivo delle sillabe… quasi tutto quello che scrivo è in endecasillabi… ho letto l'altro giorno sul giornale che la Spaziani diceva che il vero poeta non conta le sillabe con le dita ma con le orecchie, io a volte ancora li conto con le dita…

Ciccio: bè io ero molto bravo in matematica e quindi conoscevo bene l'ultima parte del libro di letteratura, quella sulle figure retoriche…

Sparajurij: eh?! Ponte: ma se hai preso 5 e ½ alla maturità! Ciccio, incazzato: quant'ho preso alla maturità io?!

Cut

Gemma: …per tornare alla poesia era una riflessione sulla struttura lavorativa soprattutto impiegatizia che credo sia molto alienante e invasiva, per cui ho destrutturato i versi con la punteggiatura, come fosse una punteggiatura imposta dall’esterno, quasi il suono della digitazione al computer, discontinuo, non armonico

Luci: bè, io e Luci non ci capiamo molto…

Gemma: bè, no! ho la stessa sensazione di quando ho conosciuto Andrea Cortellessa, che pensavo avesse 190 anni per le cose piene che scrive, e pure Nero Luci…

Luci: è già morto.

Gemma: poi mi piaceva anche spiegare l'uso delle metafore erotiche, volgari, che è sia una citazione di come parliamo davvero, sia, dall'altra parte, non un giochino per stupire ma la ricerca dell'integrazione di una forma pornografica in poesia per misurare altro, come metafora della rabbia per esempio; in alcuni casi mi sembra funzioni proprio e comunque l'idea del poeta o della poetessa come pornostar mi sembra affascinante, si espone come senza pelle di fronte agli altri, si immola a sentire per il mondo, il mondo… sia che scriva autobiografico, sia che scriva di un tramonto

Luci: ma secondo me guadagna più Rocco Siffredi di Baricco…

Scudo: magari anche Siffredi apre una scuola…

Zeno: la scuola Golden!

Luci: faccio subito il test d'ammissione!!

Gemma: ma perché a voi piace Rocco Siffredi? Io lo odio, è maschilista!

Pan: ha un po' questo problema

Zeno: anche Baricco!

Gemma: sì certo, ma dicevo nell'ambito pornografico… infatti ho immaginato questo incontro-scontro cerebralissimo tra Rocco Siffredi e una pornopoetessa. ve lo leggo. è cerebralissimo. un po’ pornografico, ma è metaforico ironico. oh, lo leggo. è dedicato a Marcel Duchamp.


IL PROGRAMMA DI QUESTA
VIDEOCASSETTA CONTIENE ESPLICITE
SCENE DI SESSO.
SE PENSATE CHE CIO’ POSSA
OFFENDERE IL VOSTRO SENSO DEL
PUDORE, SIETE PREGATI DI NON
PROSEGUIRE LA VISIONE.
CHIUNQUE PROSEGUE È CONSAPEVOLE
E CONSENZIENTE.

(Di come il pornostar Siffredi Rocco / entrò nella poesia che declamavo)
(L’opera Female Fig Leaf di Duchamp / l’ho vista in gita al MOMA a New York)
(Rappresenta uno stampo / di figa femminile)

Quel che mi differenzia in quanto donna 
dagli uomini sia vecchi che bambini? 
La mia vagina rosa che la gonna 
occulta al mondo, lunga corta o mini. 
Altresì i seni rosa, ormai trentenni, 
ancora esuberanti e non cadenti
sì come quando appena tredicenni
riempivano una terza, già suadenti,
 
con coppa C, ben forte di sostegno.
Un Lovable celeste in pizzo rigido
il primo strutturale marchingegno,
eredità di mamma quando frigido
di più era stato il suo desio di cibo:
avevo all’improvviso un balconcino
sopra al torace e appartenevo al tribo
di quelle adolescenti ex-stecchino.

Ero oramai una donna e in pochi mesi
passati a fare shopping intimissimo
collezionai supporti dei protési
(con cui stavo ormai bene anzi benissimo)
miei sintomi di ghiandole mammarie
da fare invidia al campionario Dim.
Ero fidelizzata: statuarie 
mammelle non avevo e allora PIM!

docciate di acqua gelida o NEW!, crema
rassodante a intostarne la natura
(“mammella densa giovanile” il tema
dell’anatema e gineco-tortura:
“Come tonificare un seno morbido?”). 
Che depressione quando, sistemando
la matita sotto un seno, non torbido
il responso sanciva, non cascando
 
a terra la suddetta, che perfetto 
non era il petto mio come quello
della Paolina Bonaparte, il petto
per eccellenza, piccolo gioiello
da riporre in due coppe da champagne
senza sforarne diametro né raggio. 
A casa mia, come delle compagne
di classe, scarseggiava già il foraggio, 

figurarsi il servizio di cristallo
da usare per il lussuoso scopo
di trarne estetico e formale avallo 
al canone neo-classico! Fu dopo 
qualche anno: capii dai dirimpettari 
maschi sul bus, le loro patte gonfie, 
che seni nazionali-popolari
erano paritari a quelli tronfi 

di modelle anoressiche anni Ottanta
o forse meglio: noi siamo mammiferi
e l’animale maschio più è tanta
l’area mammaria, più ne è attratto, seri
continuatori della specie umana, 
perché essa allude alla capacità 
di alimentazione, nell’urbana 
civiltà, di neonati in quantit

(Suono di passi è entrato nella  performance.
E la poetessa guarda spaventata.
Rocco Siffredi! E già in fase 
ERETTORIA!                                                                                

La poetessa è appena un po’ turbata:
lui nudo guarda con aria di sfida.
Lei accetta l’inaspettata diatriba.
E Rocco parla, telling what he feels:

«BASTA PARLARE, ADESSO HAI ROTTO IL CAZZO!
DEL TUO AMARCORD NON ME NE FOTTE UN CAZZO!
HO VOGLIA DI MENARTI SU IL MIO CAZZO!
CAZZO, CHE VOGLIA D’APPOGGIARTI IL CAZZO!
SPOGLIATI TROIA, PIGLIATELO IL CAZZO!
STRINGITI TRA LE TETTE IL MIO GRAN CAZZO!
FATTI QUESTA SPAGNOLA COL MIO CAZZO!
FAMMI GODERE, CAZZO CAZZO CAZZO!».

Inarca la poetessa un sopracciglio.
Viene a sfidarla Rocco nel suo ambiente?
Questo stallone privo di giaciglio
che scopa solo e ovunque, anche sul niente?
Decide: gliela fa vedere lei.
Lo stupirà coi suoi effetti speciali.
Lui crede lei sia una donna da 6,
non sa i superpoteri cerebrali.

Lei butta via i suoi fogli e via i vestiti.
Il luccichio del pene si riflette
sul Wonderbra fluo- lilla e induriti
gli sguardi, e lui il pene e lei le tette  
comincia questa lotta tra i due sessi,
lui pensa ad Holmes e lei a Marcel Duchamp,
lotta di mondi; inediti consessi.
Lui poggia il pene. Un solo suono. SHTAMP!

«Va bene, Rocco, inizio a masturbarti
quest’obelisco altissimo durissimo
nel mezzo dei miei seni, per poi farti
sborrare come in un porno fichissimo
e l’incavo tra collo mento ed occhi
fenderà il seme tuo, la bocca aperta
la lingua roteante, infine abbocchi
al glande tuo grondante! La scoperta

della spagnola in versi tu farai,
saprai che le poetesse sono troie
come tutte e fra tutte a me dirai
“CHE TROIA! OH, CHE TROIA!” e nuove gioie
in lingua scoprirò; al piacere anale,
clitorideo, del punto G, potrò,
fare seguire insieme a te l’orale
ed ebbra di parole io godrò.

Rocco da sempre aspetto di sentirmi
anch’io una star, a che serve l’acquisto
dei Wonderbra se non a costruirmi
un sentimento di parodia misto
a stizza per f-icone in manifesti
proiettate in immagini indelebili
nelle menti di partner disonesti
che mentre scopano me poco flebili

pensieri pensano su quelle tipe
e NON SU ME! che so bene imitarle
nel mio privato set. Rocco, io adipe
non ne ho e le spagnole poi so farle
proprio ben bene, meglio delle seghe
e dei pompini, nel settore bondage
mistress o slave non mi procura beghe,
la D.P. amo più del decoupage:

insomma la sostanza della troia
la possiedo, ma mi manca la forma,
la legittimazione. Paranoia?
La poesia è mondo in cui regna la norma
comune per la quale sei nessuno
fin quando non sei stato nominato:
Rocco, sarò un cognome per qualcuno
appena in faccia tu mi avrai sborrato!

Oh, Rocco enunciami pornopoetessa
emancipandomi da questo stagno 
dove vivo, rospo-professoressa
in attesa del mio mentore magno
o solo di una raccomandazione
per aprire il cassetto dei miei sogni
ed estrarne dei versi il volumone.
Finora ho quei colti miei bisogni

non colto che in raccolte di noiosi
fior da fiori di geni sconosciuti,
mortificanti gobbi perniciosi
per i miei due talenti nerboruti
che mi gonfiano il pacco delle cose
da dire e dare... Ma non stai a sentire!
Che cosa? LE MIE CHIACCHIERE NOIOSE?
TU PENSI CON IL CAZZO E VUOI VENIRE?

VUOI CHIUDERMI LA BOCCA CON IL PENE?
LAVARMI TUTTO IL VISO CON LO SPERMA?
VABBÉ HAI CAPITO, VERSIFICO BENE
MA ORA MI STO ZITTA MI STO FERMA?
Rocco, amore, non sai che tutto è segno,
che cazzo, non conosci la semiotica?
TU SEI IL RE SOLO DI OGNI PORNO-REGNO,
E TI INTERESSA SOLO LA *SPERM-BIOTICA?

Madonna Santa Vergine... ? Sì quella!
Non ti eccitare, non umano imene
ha quella donna che è una santa, ancella
e Madre di noi tutti, Eterno Bene...
Troia anche lei? Nessuno prima ha detto
- VUOI CHE TI SMENI, COME, PIÙ DI PRIMA? - 
ufficialmente questo tuo concetto...
Dicevo, strofa 19 rima

5, ogni segno è comunicazione,
parole codificata da una langue,
il silenzio il Web il Decamerone
sono il frutto di quella gran gang-bang
che è il senso della vita dentro il caos
che noi modellizziamo in un sistema
primario che è la lingua... che il ca... oh... s...

borri?  SBORRI!
OH! SBORRI -
questa

c

r

e

m

a

della razza - , DAL TUO LONG CAZZO SBORRI
SULLA FACCIA MI VIENI, SÌ... MI VIENI
SULLE GUANCE SUGLI OCCHI ANCORA SBORRI
ME LO METTI QUI IN BOCCA MENTRE VIENI
ANCORA UN POCO E DICI CHE GRAN TROIA
MI PIACE, EH? MA LO SAPEVI, CAZZO!,
SONO ANCH’IO QUELLA GRAN SERIALE TROIA
CHE DIVENTA OGNI DONNA COL TUO CAZZO
IN GIRO... OH, CHE TROIA! AH, CHE TROIA!...?»

Sguardo degli occhi fisso in telecamera.
Il Wonderbra fluo-lilla è deflorato;
le gocce sopra al vetro lecca, mera
autrice implicita la lingua, è andato 
Rocco via, fuori dell’inquadratura.
Ti guarderò per sempre come un testo
se non ritorni a inizio architettura,
rewindando il supporto al paratesto.

(Questo mio movimento temporale
condotto tra due simboli di seni,
della durata di un coito formale,
è terminato. E torno a ignote pene.
Critico, segnati il cognome: l’arte
di formare visioni finte o vere,
è il mio lavoro, ancora nero e in parte,
poco, rappresentato nelle Lettere.

Lettore, coi miei occhi tu hai guardato
tutto quanto, assistito all’emozione
di quando Rocco sperma ha eiaculato,
questa visione di tele-visione
letterale tu grazie a me hai goduto,
ho prestato il mio corpo alfabetale
alla soddisfazione di un cazzuto
pornostar: questo qui è l’orgasmo orale.

Le gocce dello sperma di Siffredi
Rocco, confermano l’allegoria
approntata: se guardi ancora vedi
che il caos di seme come epifania
di vita ti conduce verso un senso
testuale, la forma seme-iotica
strutturale che ci organizza denso
il tempo nello spazio della biotica.)
 
Ciccio: poi bè c'è "Rocco e le storie tese", che hanno girato a Torino durante un concerto al Palastampa, che Rocco era salito sul palco con Anita Blond e Anitra Dark che si strusciano, poi il film prosegue dietro ai camerini… e io una volta dovevamo affittare un film con dei miei amici, e avevo preso "30 maschi per Sandy", che mi sembrava valido e mi hanno pestato perché c'erano una donna e un sacco di maschi e pensavano tutti che fossi gay…

[silenzio]

* quel dì eravamo particolarmente cazzari, povera Gemma… (ndjurij)

Tornata a casa Gemma ci ha inviato una poesia tutta per noi!!:

ALDO DICE 26X1
Crescete bimbi atomici patriottici, 
il tempo è dalla nostra parte ancora 
un po'. Mangiate muscoli di polpa, 
bevete bibite di plastica, 
pagate sempre a centoventi giorni 
porno libri cd dvd eccetera 
nella memoria chip e corporale, 
arti marziali contro il Tale e il capitale. 
Cambiando ancora tutto un'altra volta 
addrizzeremo il quadro della Storia 
la gloria non ci rizza alcuna antenna 
the attachment in the streets del manifesto 
è più vicino del pane e del vino. 

se non vi basta leggete ancora qui


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